La marcia degli invisibili sulle pagine spotted

La marcia degli invisibili sulle pagine spotted. Possedere il dono dell’invisibilità è un sogno antico, descritta perfino nella mitologia greca quando si narra che Perseo, grazie ad un elmo speciale, riesce a sfuggire all’ira delle Gorgoni, le tre sorelle dall’aspetto mostruoso con il potere di pietrificare chiunque le guardasse direttamente negli occhi.

Chi non ha mai desiderato in certe occasioni sparire alla vista altrui con il mantello speciale di Harry Potter? Poiché il mantello speciale non è mai esistito, prima dell’era dei social media se avevi voglia di conoscere la ragazza della classe affianco, dovevi assumerti un piccolo rischio, studiare delle strategie di avvicinamento, anche con la complicità del tuo migliore amico ed esporti alla possibilità di poter essere rifiutato qualora l’interesse non fosse ricambiato.

Il mantello dell’invisibilità

Nell’era moderna con l’avvento dei social media, sembra essere comparso il mantello che dona l’invisibilità, attraverso la creazione di pagine web, su Facebook e sui Social Network, dove una comunità di persone appartenenti ad un luogo preciso si ritrova a commentare fatti relativi alla comunità stessa mantenendo l’anonimato. Queste pagine, chiamate spotted che significano letteralmente “adocchiato” o “avvistato”, nascono come pagine divertenti per commentare fatti esilaranti ma anche come luoghi in cui ragazzi possono rilevare dei piccoli segreti e fare commenti sull’altro sesso fino ad arrivare a vere e proprie dichiarazioni d’amore.
Tra le molteplici pagine esistenti, ce ne sono alcune che colpiscono particolarmente in quanto la maggior parte dei messaggi anonimi contengono descrizioni molto dettagliate della persona con la quale si vorrebbe entrare in contatto: abbigliamento, aspetto fisico, gusti musicali, marca dello zaino e dei jeans, facoltà di appartenenza, quanto zucchero mette nel caffè e a che ora preferisce studiare in biblioteca.

La marcia degli invisibili spotted

Il mantello dell’invisibilità

La marcia degli invisibili sulle pagine spotted

Si tratta di post finalizzati a dare un segnale della propria esistenza ad una persona sconosciuta con la speranza che lo sconosciuto in questione si identifichi nella descrizione ed entri a far parte, in un modo o nell’altro, nella propria vita. In alcuni casi emerge che si è avuta anche l’occasione di entrare in contatto con quella persona ma di non aver avuto il coraggio di fare un ulteriore passo, esporsi un po’ di più, preferendo affidarsi in un successivo momento al dono dell’invisibilità, come fece Perseo con le Gorgoni per non essere pietrificato, dietro ad uno schermo neutro con l’illusione di proteggersi da un eventuale rifiuto.

La marcia degli invisibili

Timidezza o fobia patologica?

La marcia degli invisibili sulle pagine spotted.

Quali possibili conseguenze?

Le possibili ricadute di tutta queste serie di evitamenti dal punto di vista relazionale appaiono chiare, soprattutto se prolungate nel tempo e, quella che può essere una forma di normale timidezza che da molti è considerata una caratteristica affascinante, può trasformarsi in una forma di fobia patologica difficile da superare. Lo schermo neutro che sembra proteggere da eventuali rifiuti può trasformarsi presto in una gabbia dorata senza via d’uscita.

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