Comportamento Oppositivo-Provocatorio
Infanzia e Adolescenza
Comportamento Oppositivo-Provocatorio
Il comportamento oppositivo-provocatorio è un disturbo del comportamento riscontrabile nel bambino, a partire generalmente dall’età di 6 anni, in concomitanza con l’ingresso a scuola. Questo disturbo si esplica nella continua opposizione rispetto a regole o divieti, in manifestazioni di rabbia e in comportamenti inappropriati, in atteggiamenti di sfida verso gli adulti, in comportamenti mirati ad irritare gli altri o accusarli per i propri errori, in comportamenti dispettosi e atteggiamenti vendicativi etc…
Queste caratteristiche creano una elevata compromissione nei livelli di funzionamento personale, sociale e scolastico. Si manifesta anche con atteggiamenti disturbanti, diffidenti, ostili e provocatori che possono divenire distruttivi verso gli altri e/o i beni materiali, al fine di attirare l’attenzione, seppure in qualità di eroe negativo. Caratteristica specifica del disturbo oppositivo provocatorio è la convinzione che il proprio atteggiamento non sia oppositivo in se stesso, ma sia una risposta adeguata a situazioni intollerabili causate dagli altri. Alcuni aspetti che riguardano questo disturbo possono essere considerati del tutto normali, soprattutto nei primi anni di vita, quando il bambino sperimenta diverse modalità di interazione con l’ambiente circostante. I problemi insorgono nel momento in cui comportamenti ostili e provocatori, normali in alcune fasi di sviluppo, si cristallizzano e diventano modalità costanti nelle fasi di sviluppo successivo, fino a compromettere il normale inserimento sociale.
Disturbo oppositivo-provocatorio e tentate soluzioni
Tutti questi comportamenti creano un profondo senso di frustrazione e stanchezza, soprattutto negli insegnanti che si trovano a gestire faticosamente le attività proposte e continuamente interrotte dal bambino con il suo atteggiamento di sfida che coinvolge indirettamente anche i compagni.
Il disturbo esplode solitamente verso gli 8 anni e coinvolge in misura maggiore i maschi, prima della pubertà, e in eguale misura i due sessi durante l’adolescenza. Nell’adolescente l’atteggiamento di opposizione può assumere caratteristiche violente.
Sia nell’ambito scolastico, sia in quello domestico si osservano solitamente le seguenti tentate soluzioni messe in atto dagli adulti coinvolti, nel tentativo di risolvere il problema:
- punizioni;
- richieste esplicite e motivate con spiegazioni razionali;
- richiami e rimproveri, con accuse sul comportamento trasgressivo;
- minacce di proibizioni che non vengono sempre messe in atto;
- richieste di adeguarsi alle regole e all’autorità;
- lamentele e richiesta di aiuto all’esterno.
Tentate soluzioni che alimentano il problema
Comportamento Oppositivo-Provocatorio
Rigidità nelle posizione dell’adulto
Comportamento Oppositivo-Provocatorio
E’ evidente che quello che mantiene l’impasse nel cambiamento del disturbo oppositivo-provocatorio è proprio la rigidità nelle posizione dell’adulto che si contrappone a quella del bambino, per cui più l’adulto cerca di imporre delle regole, più il bambino aumenta i comportamenti trasgressivi. Se l’adulto cominciasse ad abbandonare il proprio schema di comportamento, anche il bambino sarebbe costretto a cambiare comportamento per mantenere stabilità all’interno della relazione.
Comunicazione e relazione
Modificare la modalità di relazione e comunicazione con il bambino è un passo importante.
Ad esempio un insegnante potrebbe utilizzare la resistenza che il bambino presenta di fronte ad una richiesta, smettendo di insistere e chiedere sempre di più e cominciare a incoraggiarlo a rimanere in quella posizione perché “con il suo atteggiamento aiuta l’insegnante ad essere una buona insegnante” oppure comunicando “Vorrei che facessi questa attività come gli altri ma capisco che solo continuando ad opporti riesci ad essere un bambino ubbidiente“. Le strategie di intervento vanno calzate al comportamento specifico messo in atto dal bambino e alle tentate soluzioni adottate dagli adulti.
L’introduzione di nuovi modelli comunicativi e relazionali da parte dell’adulto cambia prima di tutto il tipo di relazione conflittuale adulto-bambino e di conseguenza elimina “l’utilità” del disturbo da parte del bambino.
Affrontare da soli il disturbo oppositivo-provocatorio non è semplice ma non è impossibile. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un esperto che aiuti e guidi la famiglia e la scuola ad affrontare questo problema.
Per approfondimenti:
- Fiorenza A. Bambini e ragazzi difficili – Ponte alle Grazie, 2000
- Fiorenza A., Nardone G. L’intervento strategico nei contesti educativi – Giuffrè Editore, 1995
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