Dismorfofobia

Disturbi Ossessivi e Compulsivi

Dismorfofobia

La persona che soffre di Dismorfofobia vive nella certezza di avere un difetto fisico che può coinvolgere diverse parti del corpo. Con il passare del tempo questa certezza diventa sembra più rigida e la convenzione di essere brutti crea profondo disagio. Nella maggioranza dei casi il difetto estetico o non esiste affatto o è davvero trascurabile. La fissazione patogena di avere una deformità inaccettabile è connessa ad altri problemi, solitamente di carattere relazionale. Le fissazioni sui difetti fisici riguardano soprattutto le parti del volto (naso storto, labbra sottili, rughe intorno agli occhi etc.) ma possono estendersi anche al corpo (fianchi, seno, addome etc.).

Tentate soluzioni

Le usuali tentate soluzioni adottate dalla persona sono così raggruppabili:

  • Evitamento delle situazioni che richiedono un’esposizione: le situazioni sociali comportano forte stress e ansia
  • Tentativo di mascherare il difetto in diversi modi: questa modalità incuriosisce gli altri con il risultato di rendere evidente ciò che si tenta di nascondere
  • Socializzazione del problema, ovvero la persona comincia a parlare con familiari o amici del suo disturbo. Queste persone, nel tentativo di fornire rassicurazione, complicano ancora di più il problema perché fanno sentire non compresa la persona che si irrigidisce sempre di più sulla propria credenza
  • Correttivi chirurgici a cui in genere segue l’individuazione di altri difetti da correggere.

      Fissazioni sui difetti fisici

      Dismorfofobia

      “Ogni nostro difetto, rovesciato su di sé, diventa una nostra virtù; purtroppo è vero anche il contrario”

      Giorgio Nardone

      La Terapia Breve Strategica interviene utilizzando una serie di manovre costruite ad hoc, con l’obiettivo si scardinare in modo graduale la percezione distorta della propria immagine e ottenere un cambiamento di prospettiva. Il recupero di una relazione positiva con la propria immagine corporea, produce dei miglioramenti anche nelle relazioni, per lungo tempo evitate, con gli altri. Quando la dismorfofobia compare in adolescenza l’intervento sarà di tipo sistemico, con l’intento di individuare le tentate soluzioni fallimentari messe in atto dalla famiglia.

        Per approfondimenti:

        • Nardone, G., Salvini, A. Il dialogo strategico. Comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento – Ponte alle Grazie, 2004

         

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