Anoressia
Disturbi trattati
Anoressia
L’anoressia è un disordine alimentare che si riscontra maggiormente nella popolazione femminile. E’ caratterizzato da una graduale astinenza dal cibo fino al suo totale rifiuto con una conseguente notevole perdita di peso. L’astinenza dal cibo, nella fase iniziale, è un modo adottato per non ingrassare o per dimagrire e tendere a modelli estetici e canoni di bellezza dettati da modelli culturali nella società moderna.
Controllo del Piacere
L’astinenza dal cibo è la modalità principale non solo per perdere peso, ma per difendersi da tutte le sensazioni percepite come troppo sconvolgenti, in primis il piacere. Il cibo diventa un nemico da combattere e da controllare. Quando la patologia si è strutturata, le anoressiche sperimentano un profondo grado di soddisfazione per la loro capacità di controllare il piacere legato al cibo e verso ogni forma di sensazione piacevole, cosicché l’astinenza diventa un modo di percepire e reagire a tutta la realtà circostante.Nel tempo il disturbo si esplica in un tentativo di controllo tanto ben riuscito da non poterne fare a meno. Spesso vengono introdotti lassativi o diuretici con lo scopo di perdere ulteriore peso in maniera sempre più veloce. Nell’evolversi del disturbo, ovvero al di sotto di una certa soglia di peso, si ha una distorsione nella percezione del corpo come se la persona indossasse un paio di occhiali con lenti deformanti, tali da far sembrare il corpo sempre più gonfio anche se il peso continua a scendere.

Sintomi associati
Anoressia
Sintomi associati all’Anoressia
All’astinenza dal cibo si associano, di frequente, un eccessivo esercizio fisico e l’uso di lassativi e/o diuretici perché un minino aumento del peso viene percepito come una sconfitta intollerabile rispetto alla rigida autodisciplina.
Oltre al peso corporeo sotto i limiti di normalità, si associano diversi sintomi tipici dell’anoressia quali: bassa temperatura corporea, bradicardia, fragilità di unghie e capelli, riduzione del volume del seno, ipotensione, pelle secca e ritardi mestruali e amenorrea (ritardo di almeno tre cicli mestruali consecutivi).
Negli ultimi anni sembra che l’anoressia sia in notevole calo, ma non bisogna dimenticare che spesso da una matrice anoressica il disturbo può “evolversi” verso altre forme di disordine alimentare quali il vomiting e il binge eating. Proprio per non incorrere in questi ulteriori rischi, è consigliabile trattare l’anoressia ai primi segnali di manifestazione.
Tentate soluzioni familiari
Quando il dimagrimento diventa evidente e preoccupante per la salute, cominciano a scatenarsi le reazioni familiari e, nonostante tutti i tentativi per convincere la persona a cambiare comportamento e riprendere a mangiare, l’anoressica si irrigidisce ancora di più e diventa sempre più resistente al cambiamento. A questo punto la situazione giunge ad un punto di non ritorno ed è in questa fase che, solitamente, vengono contattati gli specialisti. In caso contrario, l’anoressia può evolversi verso una stabilizzazione cronica o verso un ulteriore dimagrimento che conduce alla morte.Nel disturbo anoressico è frequente il coinvolgimento della famiglia. Generalmente i familiari adottano le seguenti strategie:
- continue esortazioni affinché la ragazza mangi
- controllo della quantità di cibo ingerita
- parlare continuamente del problema in casa, accendendo un riflettore sulla ragazza che, in questo modo ottiene maggiori attenzioni
Cura dell’anoressia con la Terapia breve Strategica
Come nel caso di tutti i disturbi o problemi posti all’attenzione del terapeuta strategico, anche nel trattamento dell’anoressia ci si concentra non sulla causa dell’insorgenza della patologia, ma su come funziona e si mantiene nel tempo. L’obiettivo del terapeuta strategico è quello di modificare il rapporto e la percezione della persona nei confronti del cibo e del proprio corpo, evitando quando la persona non è in imminente pericolo di vita, l’alimentazione meccanica, a volte tanto temuta e odiata da chi soffre di anoressia.

Distorsione nella percezione del corpo
Anoressia
La ricerca-intervento svolta dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo e dagli studi affiliati, ha consentito di distinguere due modalità d’intervento:
- trattamento sistemico che prevede il coinvolgimento della famiglia nel caso di giovani adolescenti (fino ai 16-17 anni). Nel caso di anoressia giovanile, infatti, deve essere coinvolto il sistema familiare ed è necessario, in primis, lavorare sul cambiamento dei comportamenti e degli atteggiamenti assunti dai familiari. Con la ragazza si deve costruire una relazione terapeutica basata su un clima di fiducia affinché si senta rassicurata dal fatto che l’obiettivo della terapia non è quello di renderla grassa ma piacevolmente bella con un adeguato peso forma che lei stessa dovrà gestire, accordando con il terapeuta un aumento ponderale progressivo e graduale.
- trattamento individualizzato per donne di età adulta. Anche in questo caso l’intervento può estendersi ai famigliari se vi è un evidente invischiamento.
Tale evoluzione nel protocollo di trattamento ha permesso un notevole incremento dell’efficacia e dell’efficienza del processo terapeutico.
Per approfondimenti:
- Nardone G., Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo, – BUR – 2003
- Nardone G., Verbitz T., Milanese R., Le prigioni del cibo, – BUR – 1999
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