Comprendere lo stalking
Comprendere lo Stalking. Il vissuto della vittima. Nel precedente articolo abbiamo illustrato il fenomeno dello stalking, le sue caratteristiche e le tipologie di stalkers secondo Mullen et al. (1999). In questo post vedremo insieme come il comportamento persecutorio è vissuto dalla vittima, quali tentate soluzioni inefficaci mette in atto, le possibili conseguenze dal punto di vista psicologico e quali strategie sono più efficaci per difendersi.
Come le vittime vivono la situazione persecutoria
Le persone vittime di stalking sembrano aver perso le speranze e vivono un senso di smarrimento e disperazione, sentendo che tutte le energie per liberarsi dal loro persecutore non hanno condotto a nessun risultato. Nella maggior parte dei casi gli stalkizzati chiedono aiuto quando la spirale della persecuzione si è già consolidata. Spesso, infatti, il comportamento aggressivo, nelle sue manifestazioni iniziali, viene sottovalutato o sminuito dalla vittima.

Il vissuto della situazione persecutoria
Comprendere lo stalking
La valutazione obiettiva di tale atteggiamento può essere compromessa da una serie di fattori legati, ad esempio, ad un coinvolgimento emotivo (relazione sentimentale) o alla paura di ferire lo stalker o alla situazione drammatica di trovarsi di fronte ad un ricatto psicologico come la minaccia di suicidio da parte dello stalker. Queste percezioni creano confusione nella vittima, quindi è importante comprendere quali sono i comportamenti che gli stalkizzati mettono in atto nel tentativo di difendersi e che alimentano il problema.
Quali comportamenti mettono in atto le vittime nel tentativo di difendersi
In presenza di comportamenti persecutori, la vittima mette in atto una serie di tentativi di difesa, anche in base al tipo di relazione avuta con lo stalker.
Comportamento ambivalente
La tentata soluzione più frequente è un comportamento ambivalente che oscilla tra paura/rifiuto in cui la vittima rifiuta le insistenze dello stalker e risposta a tali insistenze a causa della paura o dell’esasperazione, nel tentativo di chiarire la sua posizione al molestatore. Purtroppo un comportamento ambivalente alimenta nel persecutore l’illusione che, insistendo, la vittima prima o poi risponderà, per cui incrementerà la sua ricerca di contatto.
Negazione del problema
Altre volte le vittime cercano di non pensare e tentano di negare il problema mettendo in atto dei comportamenti orientati ad evitare tutto ciò che la possa ricondurre al persecutore arrivando, nei casi più gravi, a stravolgere completamente le loro abitudini di vita (cambiare numero di telefono, casa, città, lavoro etc.).
Richiesta di rassicurazioni
Un altro tentativo di difesa, messo in atto soprattutto nelle fasi iniziali, è quello di richiedere aiuto e rassicurazioni, tentativo che viene presto abbandonato quando la vittima comincia a temere che le minacce possano coinvolgere anche i familiari o gli amici.
Quando si ritiene di essere vittima di stalking è importante rivolgersi a specialisti in grado di fornire le indicazioni sulle strategie più adeguate da mettere in atto e affidarsi a professionisti preparati che riescano a tutelare, proteggere e guidare in modo efficace. In Italia un concreto aiuto alle vittime di stalking viene fornito a livello nazionale dall’Osservatorio Nazionale Stalking.

Conseguenze psicologiche per le vittime
Comprendere lo stalking
Conseguenze psicologiche per le vittime di stalking
Gli effetti dei comportamenti persecutori possono manifestarsi in forme molteplici dal punto di vista psicologico. La vittima può strutturare un disturbo psicologico strettamente connesso all’esperienza vissuta come un Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) o altri disturbi che si manifestano come conseguenza di vissuti emotivi connessi alla paura, all’ansia o all’isolamento sociale tra cui: Attacchi di Panico, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Depressione, Disturbi Alimentari (Anoressia e Bulimia i più frequenti in quanto disordini alimentari compensatori), disturbi del sonno e comportamenti autolesivi come anestetico per sedare un dolore.
Le conseguenze psicologiche sulla vittima, che possono manifestarsi in concomitanza con la persecuzione ma anche successivamente, vanno comprese e affrontate nella loro specifica manifestazione, aiutando la vittima anche a superare il senso di vergogna, spesso presente in questi casi, affinché riesca a chiedere aiuto a specialisti.
Come è possibile difendersi
Vediamo insieme quali possono essere alcune tecniche “anti stalking”. Considerando che la tentata soluzione più frequentemente adottata dalla vittima, descritta sopra, è l’atteggiamento ambivalente, il comportamento migliore da adottare è l’assenza di qualsiasi risposta o contatto. È necessario sottolineare che anche atteggiamenti o comportamenti che possono essere considerati neutri (gesti di gentilezza o tentativi di spiegazione per allontanare il persecutore), vengono letti in modo distorto dallo stalker e incrementano la sua percezione che attraverso la perseveranza e l’insistenza, verrà prima o poi ricompensato. Allo stesso modo è indicato non accettare mai pacchi se non si tratta di qualche cosa che si è ordinato direttamente o regali/fiori anche consegnati indirettamente.
Secondo Mascia e Oddi “è importante avere sempre un atteggiamento fermo, sia pure educato, per evitare di incoraggiare il persecutore, alimentando le speranze. Si può parlare a tal proposito di ‘assertività’, cioè della capacità di comunicare quello che si pensa/si vuole in modo assolutamente deciso, ma mai aggressivo né violento. Quando si dice ‘no’ bisogna farlo in maniera tale che l’altro non possa ribattere, quindi utilizzando un tono fermo, sicuro, perentorio, ma senza far trasparire la rabbia e la violenza che si vorrebbero scaricare sul molestatore, perché anche queste sono emozioni e lo stalker le interpreterebbe a modo suo, secondo una sua logica, dando a esse un significato assolutamente personale, che quasi certamente non corrisponde a quello della sua vittima (…)”
Per approfondimenti:
- Barsotti A., Desideri G. – Stalking. Quando il rifiuto di essere rifiutati conduce alla violenza – Ponte alle Grazie, 2011
- Mascia I., Oddi G. – Storie di ordinaria persecuzione – Ed. Magi, 2005
Autori di Stalking
Tipologie di Stalker
Violenza domestica
Fasi secondo Lenore E. Walker

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio (Iscrizione N. 17114), Psicoterapeuta ed Ipnoterapeuta, svolgo a Roma attività privata di consulenza psicologica, Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi Ericksoniana rivolta all’individuo, alla coppia e alla famiglia. Nello svolgimento della mia attività professionale il riconoscimento e la valorizzazione dell’unicità della persona, delle sue risorse individuali è una costante dell’intero processo terapeutico, volto al benessere, all’autonomia e al superamento delle difficoltà presentate, all’interno di una relazione terapeutica non giudicante, accogliente e basata sulla fiducia.