Come funziona la Terapia Breve Strategica

Come funziona la Terapia Breve Strategica. La Terapia Breve Strategica è un intervento terapeutico usualmente breve (sotto i 20 incontri) che parte dal presupposto che per risolvere il problema presentato, sia necessario:

  • rompere il sistema circolare di retroazioni che mantiene la situazione problematica;
  • ridefinire la situazione;
  • modificare le percezioni e le concezioni che la persona ha sul mondo e che la conduce ad attivare risposte disfunzionali.

Per attuare questo processo, il terapeuta strategico focalizza la sua attenzione non tanto sul passato del paziente, ma valuta attentamente cosa accade tra il soggetto e il suo mondo relazionale, come il paziente ha cercato di risolvere il suo problema (tentate soluzioni) e come il problema funziona nel suo sistema relazionale.

Fasi del trattamento in Terapia Breve Strategica

L’incontro iniziale è un momento molto importante sia per il terapeuta che per il paziente. È il momento in cui si costruiscono la relazione terapeutica in un clima di fiducia e la sintonia necessaria per cominciare il percorso di cambiamento. Il primo incontro si orienterà alla definizione del problema e all’analisi delle soluzioni adottate dal paziente nel tentativo risolverlo. La comprensione di come funziona il problema e di cosa lo mantiene e/o alimenta, è fondamentale per la pianificazione dell’intervento terapeutico.
A questo punto si procederà verso l’accordo sugli obiettivi terapeutici. Il terapeuta, sulla base delle informazioni acquisite, costruisce un’ipotesi di intervento terapeutico, concorda con il paziente gli obiettivi da raggiungere e fornisce le prime indicazioni per avviare il cambiamento terapeutico. La definizione degli obiettivi è importante perché costituisce una sorta di “bussola” sia per il terapeuta che per il paziente e permette ad entrambi di controllare lo sviluppo della terapia.

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Fasi del trattamento

Come funziona la Terapia Breve Strategica

Le indicazioni suggerite, sotto forma di prescrizioni comportamentali, hanno l’obiettivo di ridurre ed estinguere la sintomatologia presentata e di favorire una nuova rappresentazione della realtà. Affinché il cambiamento possa avvenire e mantenersi nel tempo, è necessario abbandonare la percezione rigida della realtà che usualmente mantiene il problema e introdurre nuovi punti di vista grazie ad una percezione più flessibile.

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Strategie del cambiamento

Come funziona la Terapia Breve Strategica

Strategie che favoriscono il cambiamento

Le strategie adottate nella Terapia Breve Strategica sono una parte (non l’unica) del trattamento fondamentale per favorire il cambiamento. Il terapeuta adotterà le tecniche già adottate con successo per quello stesso tipo di problema ma dovrà adattarle alla specificità del mondo relazionale del paziente. Non si tratta, infatti, di somministrare una ricetta precostituita adatta a tutti, ma di cogliere la peculiarità e le risorse che la persona porta con sé nella stanza del terapeuta.
Dopo questa necessaria premessa, vediamo quali sono le procedure utilizzate nella terapia breve strategica:

  • Azioni e comunicazione terapeutica. Per essere efficace il terapeuta deve essere in grado di adattare il proprio linguaggio a quello del paziente. Nelle situazioni in cui si presenta una elevata rigidità mentale, utilizzando una comunicazione anche paradossale, è possibile scardinare la naturale resistenza al cambiamento e introdurre un punto di vista non considerato in precedenza;
  • Prescrizioni di comportamento. Consistono in azioni di comportamento che il paziente metterà in atto tra una seduta e l’altra. Le prescrizioni sono una parte essenziale di tutto il processo terapeutico in quanto hanno l’obiettivo di far vivere un’esperienza emozionale correttiva ovvero un’esperienza concreta che mette la persona nella condizione di provare qualcosa di diverso rispetto alla realtà da cambiare. Le prescrizioni possono essere semplici compiti a casa, azioni apparentemente illogiche o strane, compiti che sembrano non avere niente a che fare con il problema presentato dal paziente. In ogni caso vanno eseguite alla lettera perché nella seduta successiva il terapeuta dovrà valutare l’effetto della prescrizione e, se necessario, aggiustare il tiro per migliorare l’efficacia.

Una volta che la sintomatologia presentata si è sbloccata, si lavora per il mantenimento dei risultati raggiunti con l’obiettivo di rendere le persone autonome e totalmente indipendenti nella risoluzione delle proprie difficoltà.

Per approfondimenti:

Giorgio Nardone, Paul Watzlawick – L’arte del cambiamento – Ponte alle Grazie 1999

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